Iniziare a disegnare

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La prima volta che ho sentito il desiderio di disegnare, è stato quando sfogliando un fumetto, ho visto dei disegni che mi piacevano  moltissimo e volevo provare a imitarli.

Immagino quindi che l’osservazione e la copia siano due processi fondamentali per iniziare a disegnare. 

Ricordo anche come dopo quel primo volume, ne collezionai altri dello stesso disegnatore e poi altri di disegnatori con uno stile analogo, allargandomi via via ad altri stili.

Continuando a disegnare, ho collezionato anche foto di mio interesse ritagliate da alcune riviste e archiviate per categoria.

Poiché mi interessava disegnare la figura femminile, si trattava soprattutto di riviste femminili e di moda. Tuttavia non mancavano anche foto di paesaggi, alberi, e oggetti di vario genere.

E andando avanti, non volevo più solo disegnare a matita, ma volevo anche ripassare a penna i miei disegni e colorarli, provando la china, i pennarelli, le matite colorate, etc.

Creare insomma dei disegni completi e finiti. 

creare un catalogo di reference

Penso quindi che una cosa utile da fare, sia crearsi una raccolta delle immagini degli autori e negli stili che più ci piacciono.

Anni fa avevo scansionato molti fumetti e fatto dei collage digitali che mi ero stampata, ma ora grazie alla massiccia diffusione di immagini sul web e agli smartphone con ottima risoluzione, è tutto molto più semplice.

Una volta messe insieme queste immagini, possiamo “studiarle” per capire perché ci colpiscano rispetto ad altre e chiederci cosa abbiano in comune tra loro. 

In fondo, se è vero che in natura nulla si crea dal nulla, penso che anche la creatività artistica attinga dall’esistente, selezionando e rimescolando gli elementi secondo un proprio gusto personale.

Così, ad esempio, mettevo insieme le foto di un autore che disegnava il viso in un modo che mi piaceva, o anche solo gli occhi, e la bocca come la disegnava un altro, mentre i corpi li preferivo come li faceva quell’altro, le mani un altro ancora, etc.

ll tutto in un mio collage di dettagli preferiti. 

Solo molto più tardi, ma avrei dovuto iniziare molto prima, ho cominciato a disegnare oggetti dal vero. 

la copia dal vero e la stilizzazione

Osservare oggetti e soggetti dal vero consente di disporre di tutta l’infinità di dettagli che la mente non può memorizzare e che quindi disegnando a memoria non possiamo nemmeno provare a riprodurre. 

Tuttavia seguendo la linea di un oggetto, i suoi dettagli, cercando di riprodurli sulla carta e ripetendo questo processo, li memorizziamo sempre meglio. Così che anche i disegni eseguiti a memoria diverranno più precisi.

Infatti, nel disegnare i soggetti che abbiamo riprodotto centinaia di volte, saremo più dettagliati, mentre dei soggetti che non conosciamo potremo solo fare una stilizzazione.

Per esempio, se a una persona che non ha mai disegnato una mela, si chiede di disegnarla, la disegnerà in modo molto semplificato, quasi simbolico.

Tuttavia avendo una mela davanti ne farà un disegno più accurato e dopo aver disegnato mele dal vero più e più volte, anche dovendo disegnare una mela a memoria, il disegno sarà meno simbolico e più realistico.

Questo perché il sistema occhio-mano  è stato allenato e la memoria ha a disposizione un catalogo di mele reali che ha osservato attentamente. 

Inoltre, più conosciamo un soggetto, cioè sappiamo come è fatto, come occupa lo spazio e come si muove, non solo sarà più facile farne un disegno realistico, ma sarà anche più facile farne una propria interpretazione.

Infatti conoscendo bene le caratteristiche peculiari che lo connotano e accentuando questi aspetti è possibile ricavarne una stilizzazione o una caricatura. 

disegno e osservazione
L’osservazione consente di copiare un soggetto e disegnarlo ne consolida il ricordo. Il ricordo, a sua volta, ci permette di disegnare a memoria. Il processo è continuo e le fasi non sono solo sequenziali, ma si influenzano a vicenda.

Dopo aver letteralmente “mangiato con gli occhi”  centinaia di immagini, averne accarezzato i contorni, averle riprodotte ripetutamente e aver capito cosa ci piace dei nostri disegnatori preferiti, c’è ancora un ultimo punto da considerare.

cosa ci piace usare per disegnare?

Non è una questione di poco conto.

Perché mettiamo che il nostro artista preferito utilizzi la fusaggine o i pastelli, ma noi detestiamo la sensazione secca tra le dita di quegli strumenti e la polvere che creano.

Oppure ci piace un disegnatore che colora i suoi disegni con i marker, ma noi non tolleriamo l’odore di alcool che sprigionano.

In questi casi occorrerà  riprodurre uno stile analogo con altre tecniche, oppure orientarci verso uno stile diverso e una tecnica a noi più congeniale.

Per esempio, io amo la sensazione data dalle matite. E sebbene con i pennelli più sottili si riesca ad ottenere un livello di dettaglio anche superiore, l’idea di passare ore a rifinire i dettagli con un pennello lo trovo noioso, mentre fare la stessa cosa con le matite mi dà una sensazione piacevole. 


Riepilogando i punti chiave:

  • OSSERVAZIONE

  • COPIA

  • RIPETIZIONE

  • CREAZIONE  DI  UN CATALOGO DI REFERENCE

  • CAPIRE COSA PIACE (tecniche e stili)

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riferimenti bibliografici

  • Le chiavi del disegno, Bert Dodson (1991), Newton Compton Editori.
  • Manuale completo di disegno, a c. di Marco Franchini (2010), Giunti Demetra Editore.
  • Gli strumenti e le tecniche (vol. 1 collana Arte e Tecnica del Disegno), Giovanni Civardi (1992), Il Castello Editore.

RIFERIMENTI FOTOGRAFICI

Trovi le fotografie che ho utilizzato e i loro autori in questa raccolta.