Instagram: pro e contro

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Il più popolare social media visuale dei nostri tempi è una facile vetrina per pubblicare i propri disegni o dipinti. Ma quali sono i pro e conto di Instagram per i comuni mortali senza schiere di seguaci e popolarità desiderosi di mostrare ciò che fanno?

In questo articolo traggo le considerazioni dalla mia personale esperienza e cercherò di esplicitarle in alcuni punti chiave.

Premetto che non sono mai stata un’amante dei social network e che ho iniziato ad utilizzarli relativamente tardi o comunque più tardi delle persone intorno a me.

Per quanto riguarda Instagram, credo di aver aperto il mio profilo nel 2015, ma di non averlo mai curato o utilizzato molto. Da meno di un anno a questa parte ho voluto provare a interessarmici un po’ di più.

Non che abbia fatto grandi cose: ho semplicemente eliminato quasi tutte le vecchie foto e ne ho caricate di nuove dando una maggiore uniformità alla galleria, ma senza riuscire mai ad avere una costanza nella pubblicazione. Il che, come dirò in seguito, è uno dei problemi.

Come tutti i social media, anche Instagram è caratterizzato dalla semplicità e immediatezza nell’utilizzo: ci vogliono due minuti per creare un account e si può subito pubblicare.

Credo che il più grande PRO di Instagram e forse anche l’unica cosa che me lo faccia amare sia la sua gallery. Quanto meno a primo acchito, perché in realtà è anche un suo limite, ma di questo parlerò dopo.

Su Instagram tutto il portfolio delle nostre creazioni è lì, sott’occhio: scorrendo si palesa subito tutto ciò che abbiamo pubblicato, in modo ordinato con anteprime quadrate. Un patchwork al quale possiamo dare la nostra impronta e il nostro stile. Il che è accattivante, no?

Lo stesso vale per le altrui creazioni, dalle quali possiamo attingere come ad un’inesauribile pozzo di ispirazione.

ISPIRAZIONE DA TANTI ARTISTI NEL MONDO

Grazie ad Instagram possiamo affacciarci da una finestra digitale e vedere le opere di tantissimi artisti nel mondo.

Schizzi, disegni, dipinti, di ogni genere e nazionalità: grazie agli hashtag e alla geolocalizzazione, possiamo potenzialmente vedere le creazioni di chiunque.

Possiamo vedere i brevi video di chi le realizza, fare domande o interagire con i commenti e i like, cercare nicchie specifiche che ci interessano, etc.

Il che è fantastico, no? Anche perché guardare le cose belle fatte da altri sono uno stimolo per migliorare ciò che facciamo noi.

motivazione a creare e migliorare

Avere una vetrina offre una motivazione per creare qualcosa di bello da mostrare agli altri.

Il fatto di avere uno spazio personale sommato all’ispirazione quotidiana che possiamo trarre guardando le creazioni altrui è senz’altro uno stimolo per migliorare.

Ciò può spingerci a mettere un impegno costante, quotidiano, a cercare un proprio stile e a farlo crescere.

layout e formato limitati

La semplicità e immediatezza dei social media si paga con i limiti di personalizzazione.

Non è infatti possibile decidere il layout, i colori o la struttura del proprio spazio online: lo decide Instagram. E se un aggiornamento dell’app decide di cambiare qualcosa, lo si subisce.

Anche il formato delle foto è limitato: è disponibile il classico formato 1:1 oppure il 4:5. il che significa tagliare le immagini o applicarvi quelle antipatiche fasce laterali per renderle quadrate.

Nel mosaico di Instagram, l’anteprima delle foto è quadrata, senza possibilità di inquadrare la parte dell’immagine che vogliamo far comparire.

Ma la cosa, secondo me, più limitante è il fatto che l’ordine di pubblicazione è meramente sequenziale e cronologico.

Non è quindi possibile organizzare la galleria secondo il proprio gusto o mettere in primo piano delle immagini o degli album.

(Nota: dal 2020-21 è però disponibile la funzione Instagram Guides, con la quale è possibile creare raccolte di post su determinati argomenti).

Infine, per creare una gallery piacevole da vedere, è consigliabile un’uniformità di stile, colori e soggetti.

stile omogeneo e di nicchia

Su Instagram si trovano immagini per ogni tipo di argomento.

Non è un social orientato alla pittura o al disegno, perciò si è potenzialmente in concorrenza con ogni sorta di contenuto.

Un modo per sperare di farsi notare, è puntare a una nicchia specifica.

Quindi creare contenuti visivamente omogenei per la gallery e mirati ad un particolare soggetto, ad una tecnica, etc. Il che può essere divertente all’inizio, ma alla lunga anche limitante.

Tanto più che sui social sono premiate l’interazione, la quotidianità, l’immediatezza. Il catturare il momento. Tutte cose che vanno necessariamente rielaborate e incasellate nello stile della gallery per non farle stonare col resto.

tempo perso e sottratto alla creativita’

L’editing delle foto e la costruzione di una gallery visivamente omogenea rischiano di portare via parecchio tempo.

Cosa che può anche essere piacevole, ma è comunque tempo che si potrebbe impiegare sullo sketchbook.

E, se si intende pubblicare con una certa frequenza, può essere una quantità di tempo considerevole.

Quindi oltre ad essere bravi a disegnare o a dipingere, occorre anche essere bravi fotografi, registi, pubblicitari, videomaker, etc.

Senza dimenticarsi della public relationship. Infatti Instagram è un social network e quindi premia le interazioni tra gli utenti: quindi significa tempo perso in commenti e citazioni di altri instagrammer.

Perché tempo perso?

Perché se questo tipo di interazioni fossero sincere e guidate da pura ammirazione o desiderio di fare apprezzamenti e porre domande, sarebbe tempo speso bene.

Purtroppo, però, le interazioni spesso non sono fatte per il piacere di farle, ma solo per ottenere qualcosa in cambio (come il like for like, il follow and unfollow o l’uso dei bot).

Infine, tutto il tempo speso a scorrere la home di Instagram e a guardare frettolosamente i contenuti altrui, potremmo utilizzarlo per creare qualcosa noi stessi.

velocita’ di fruizione

Tutto ciò che pubblichiamo viene visto velocemente nello scorrere frenetico della home. E anche noi del resto dedichiamo solo qualche secondo per decidere a quale delle foto altrui mettere un cuoricino, per poi scorrere oltre.

La velocità di fruizione dei contenuti è molto elevata: non ci si sofferma molto ad osservare, si getta un’occhiata e si va oltre. Consumando rapidamente enormi quantitativi di immagini.

Se penso ai miei vecchi fumetti o ai libri di illustrazioni comprati da adolescente, hanno le pagine consumate per tutte le volte che li ho ripresi in mano.

Avevo a disposizione meno materiale rispetto a oggi, ma ogni volume era analizzato in ogni singolo dettaglio.

Se osservo qualcosa che mi piace, necessariamente devo prendermi del tempo e perdermi in un momento di contemplazione.

Normalmente nei social media, e più in generale nella nostra epoca dove si corre sempre da una cosa all’altra, il fatto di fermarsi, riflettere e analizzare a lungo qualcosa si sta perdendo.

Gli utenti dei social sono abituati a consumare un gran numero di contenuti visuali, perciò è molto difficile stare al ritmo e senza una pubblicazione costante è davvero difficile farsi notare.

sentirsi obbligati a pubblicare

Se la bellezza è relativa, sicuramente i numeri sono un dato di fatto.

Indubbiamente la qualità di ciò che si pubblica è importante, tuttavia è anche vero che pubblicando tanti contenuti aumentano le probabilità che qualcosa di ciò che abbiamo prodotto possa piacere a qualcuno.

Se poi la pubblicazione è costante sul lungo periodo, aumentano le probabilità che la nostra esistenza sul web sia notata.

Ciò può spingerci a voler pubblicare di più e quotidianamente. Ma cosa comporta?

Stress. Ci si sente in obbligo di dover produrre qualcosa, di dare un pezzo di carne a quella bestia famelica che è il pubblico di consumatori di immagini.

Mentre creare qualcosa di decente o comunque al meglio delle nostre possibilità, richiede tempo.

Se poi non si è delle aziende o dei professionisti, ma dei comuni mortali che hanno una vita e un lavoro al di fuori dei social, il ritmo è praticamente insostenibile.

Un modo per riuscirci potrà essere realizzare disegni veloci, di piccole dimensioni, meno curati, scegliendo uno stile che renda bene in foto e sullo schermo.

E se disegnare quotidianamente sul proprio sketchbook è un momento piacevole di esercizio per studiare le cose più disparate e migliorare le proprie capacità, farlo alla ricerca di like è demotivante.

pubblicare per i like e demotivazione

La quantità di immagini popolari e qualitativamente belle che possiamo trovare su Instagram è enorme.

Se vedere qualcosa di bello può essere di ispirazione, confrontarsi col numero di like può invece essere demotivante.

Prendere atto della mediocrità di qualcosa che possiamo aver realizzato o di un risultato, è positivo se lo accettiamo con benevolenza e tentiamo di fare meglio di prima, nel limite delle nostre possibilità e delle nostre risorse, mantenendo l’amore che abbiamo nel fare quella determinata cosa.

Se invece il confronto avviene sul numero di like o di follower e diventa motivo di invidia o frustrazione, l’impatto di questa indigestione di immagini è sicuramente negativo.

Se il motivo per pubblicare sono i like, i presupposti sono malsani. Credo che il processo debba essere inverso: faccio qualcosa perché mi piace farlo ed eventualmente decido di condividere una parte di quello che ho fatto e che mi piace di più. Anche se è poco.

pubblicita’

Se farsi conoscere con i soli hashtag è cosa ardua, ai fini di incrementare la visibilità Instagram offre anche un sistema di promozione dei post.

Perché puoi anche aver realizzato qualcosa di fantastico, ma a che serve se nessuno sa della sua esistenza? Motivo di più che su Instagram non esiste la condivisione virale come su Facebook.

Tuttavia spendere pochi spiccioli una tantum in pubblicità serve a poco o nulla. E investire molto denaro in periodiche campagne di marketing senza essere un professionista, non lo trovo sensato.

Inoltre i soldi sono solo una delle tre risorse necessarie: capacità, tempo e denaro.

Il tempo lo reputo di gran lunga la risorsa più importante. Per incrementare le proprie capacità ci va tempo. Per curare un progetto ci va tempo. Per realizzare un contenuto di qualità ci va tempo. Per realizzare tanti contenuti ci va tempo.

E se il tempo nella nostra giornata scarseggia, allora ci va pazienza.

La pazienza di seguire i propri ritmi.

La pazienza di migliorare lentamente negli anni prima di vedere qualche piccolo risultato. Anche se siamo nella società del tutto e subito, pare che per diventare bravi ci vogliano comunque 10 mila ore.

censura

Un ultimo aspetto da prendere in considerazione è la censura di Instagram: sono proibiti i nudi, anche parziali, e i contenuti con riferimenti sessuali.

Il problema è che l’algoritmo di Instagram interpreta le immagini un po’ a modo suo, trovando nudi o riferimenti sessuali anche dove non ce ne sono.

A me è capitato così per un disegno di una figura femminile con una scollatura generosa o di un’altra in una posizione accovacciata, ma non sessuale.

Questi contenuti vengono censurati e non compaiono nella sezione di ricerca o nelle immagini associate agli hashtag.

Il nudo artistico non viene contemplato da Instagram: quindi se la figura umana e gli studi anatomici sono tra i soggetti preferiti, è bene considerare anche questo limite.

conclusioni

Alla luce di queste considerazioni, è meglio starsene fuori da Instagram?

Non necessariamente, ma si può evitare di essere condizionati dalla ricerca di apprezzamento e popolarità (quanto meno se si è degli hobbisti amatoriali e non dei professionisti).

Cioè senza dover pubblicare a tutti i costi, senza demotivarsi per like che non arrivano e tenendo presente non si possono avere grandi risultati senza grandi risorse in termini di capacità, tempo e denaro.


instagram: pro e contro in breve

✔️ gallery accattivante ✔️ispirazione nel vedere artisti di tutto il mondo ✔️motivazione a creare qualcosa

✖️ limiti di formato e layout ✖️ confronto negativo e demotivazione ✖️sentirsi in obbligo di pubblicare ✖️ tempo perso a guardare anziché fare ✖️ velocità di fruizione ✖️ censura

approfondimenti sugli effetti dei social media

In merito agli effetti collaterali sull’uso dei social media nella nostra epoca e alla necessità di una maggiore consapevolezza su di essi, rimando a questi due video: La società dei Like e I social peggiorano la nostra vita?.