Imparare a disegnare da autodidatti

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L’occhio ha la capacità innata di individuare forme e colori.
La mano ha la capacità acquisita di tracciare segni grafici.
La mente ha la capacità culturale di trovare in essi un significato.

Nora

Imparare a disegnare da autodidatti senza una formazione artistica forse non è semplice. Ma come ogni cosa portata avanti per proprio conto fa conoscere meglio noi stessi e cosa amiamo.

Se dovessi dire cosa mi piace del disegno, la mia risposta sarebbe in termini non soltanto visivi, ma anche alquanto cinestetici. La sensazione della mina della matita che scorre sulla grana della carta. Il rumore che fa la punta sfregando sul foglio. L’odore del legno che si assapora aprendo una scatola di matite colorate.

Imparare a disegnare da autodidatti ha sicuramente degli svantaggi, è vero. Ma ha anche il vantaggio non indifferente di poter seguire con libertà i propri ritmi e le proprie preferenze.

Ci si può concentrare sui soggetti, i media e le tecniche preferite. O, al contrario, sulle cose più ostiche che desideriamo migliorare. E lo si può fare nelle ore più congeniali della giornata. Liberando la mente e godendosi l’atto in se stesso del disegnare. Cioè senza doverlo fare per raggiungere un obiettivo o un compito imposto dall’esterno.

Sebbene un confronto diretto con gli altri sia sempre utile, è anche vero che lontano dalla competizione e dal giudizio non c’è pressione. E il disegno torna ad essere, come da bambini, un puro momento di gioia e di svago. Ed anche – perché no – un momento di meditazione individuale. Non per nulla ultimamente sono sempre più diffusi i libri da colorare per adulti e il concetto di art therapy.  

Da autodidatta che continua a imparare e sperimentare per proprio piacere e interesse, vorrei condividere la mia esperienza personale. E vorrei farlo parlando di quelle tecniche, strumenti o letture che ho preferito o che ho trovato più utili. Spero possano essere utili ad altri che iniziano a disegnare. Da soli e da zero.

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Buona lettura!