Il temporale era cessato, il vento e la pioggia scrosciante coi suoi lampi di luce erano svaniti: si preparava a riaffacciarsi il sole.
Colei che celebrava questo passaggio, si appropinquava a rinnovare il suo messaggio di speranza.
Come a rammentare che tutto è transitorio e che il disequilibrio ed il caos non sono mai duraturi.
Una corona di bronzo intrecciata tra i capelli mossi ed una massiccia collana erano i suoi soli ornamenti.
Le mani, affusolate ed eleganti, impugnavano un pesante tridente.
Il volto dagli zigomi pronunciati, le guance leggermente scavate e le orecchie allungate, ne rivelavano l’origine elfica.
Era ancora molto giovane quando capì che il suo destino sarebbe stato di diventare una sacerdotessa della Luce.
Fin da bambina, un atteggiamento serafico e capacità guaritrici l’avevano distinta nel suo villaggio.
Fermezza, generosità e saggezza erano le qualità che avevano fatto di lei una regina molto amata dal suo popolo.
Irradiava un’aura di serenità e accoglienza che sapeva trasmettere tutt’intorno.
Alzato al cielo il tridente, scettro amplificatore del suo potere, evocava i colori dell’iride per far godere lo spettacolo e l’armonia dell’arcobaleno a tutte le creature.
La bellezza era la sua missione e si può dire che quelli fossero i colori della sua anima.
colonna sonora
Ascolta la Rapsodia Ungherese n. 2 di Franz Liszt.