Stenografare la realtà

Prima dell’avvento della fotografia e dell’immagine analogica, l’umanità rappresentava il mondo manualmente. Esisteva, quindi, solo una riproduzione figurativa sintetica della realtà.

Ovvero, fino all’Ottocento, le arti pittoriche semplificavano il mondo e lo traducevano in un linguaggio fatto di immagini. Per quanto dettagliato e realistico, un dipinto non può comprendere tutti i più minimi particolari di una fotografia.

Fa eccezione l’iperrealismo che mira a superare la realtà, ma che si avvale comunque di supporti tecnologici, quali la camera lucida e la stessa fotografia. Gli iperrealisti infatti realizzano i loro lavori sempre a partire da una fotografia di riferimento. E per riprodurla la analizzano nel dettaglio grazie a strumenti digitali ad alta capacità di ingrandimento. Ciò senza nulla togliere alla loro bravura e meticolosità, che restano comunque palesi.

Ecco che allora lo scopo di un bravo disegnatore o pittore, è catturare le linee essenziali che suggeriscono la realtà per comunicarla all’osservatore.

stenografare la realtà

suggerire la realta’

A volte bastano poche linee per suggerire al cervello un oggetto: spesso la mente completa le immagini che vede. Ad esempio, aggiungendo una linea dove non c’è o interpretando una semplice sagoma.

Forse i più bravi disegnatori sono proprio quelli che fanno economia di linee e che rappresentano efficacemente senza appesantire un disegno di dettagli.

Guardando i disegni di Rembrandt, mi sembra proprio che l’uso della linea sia sintetico e descrittivo, eppure estremamente efficace. In particolare mi ha colpita un suo disegno di un leone, dove le linee suggeriscono ogni dettaglio dell’animale, senza averlo esplicitamente disegnato.

Ecco perché mi piace pensare che un bravo disegnatore sia uno stenografo della realtà.

Penso anche alla spontaneità dello stile Xieyi nella pittura cinese o alla pittura giapponese stilizzata nella quale affondano le radici dei manga. In tutti questi casi, l’arte interpreta e suggerisce la realtà, senza descriverla.

Perché forse, come insegna la pittura Zen, meno c’è e meglio è: conta solo l’essenziale.

linee di movimento

Veniamo ora a uno strumento pratico per cogliere l’essenziale di un gesto o una postura: le linee di movimento.

Le linee di movimento sono diverse dalle linee di struttura, perché non individuano le parti del corpo, bensì il suo atteggiamento.

Se le linee strutturali stilizzano lo scheletro e le giunture del corpo, le linee di movimento indicano l’energia che lo muove. Suggeriscono la sua tensione, la postura, il dinamismo.

Tracciare questo tipo di linee può essere utile in fase di un disegno preliminare, perché danno un senso di unità su cui lavorare.

Occorre individuare il tipo di energia che attraversa un corpo, un’onda, un albero, una montagna, etc. e sintetizzarlo con una linea sinuosa o contratta.

Fatto ciò, costruirgli attorno il soggetto risulterà più semplice e si otterrà un risultato più unitario e armonico.

Per altre tecniche di semplificazione del disegno, rimando a questo post.

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riferimenti bibliografici