Arte, motivazione intrinseca e compenso

Molti anni fa, durante la preparazione di un esame universitario di psicologia sociale, rimasi colpita dal risultato di uno studio condotto negli anni Settanta.

Si trattava di un esperimento fatto dagli psicologi Mark Lepper dell’Università di Stanford e David Greene dell’Università del Michigan.

L’esperimento consisteva, per prima cosa, nel selezionare un gruppo di bambini a cui piaceva disegnare. In secondo luogo, si attribuivano ricompense ad una parte di essi. Infine si verificavano le conseguenze dell’attribuzione della ricompensa.

Ovvero, lo studio era interessato alle motivazioni intrinseche ed estrinseche che portano a eseguire una determinata attività.

La cosa stupefacente fu che gli psicologi riscontrarono una diminuzione nella motivazione intrinseca a fronte di una ricompensa attesa e costante.

disegno motivazione compenso

Ciò significa che i bambini che sapevano di ricevere una ricompensa per il fatto di disegnare, associavano l’attività del disegno alla ricompensa. E in mancanza di un premio provavano meno interesse verso di essa, sebbene si trattasse di un’attività prima svolta spontaneamente e con piacere. Cioè senza uno scopo esterno, ma solo per il gusto di farla.

Il risultato di questo esperimento offre un interessante spunto di riflessione. Soprattutto per chi ama disegnare o dipingere e desidererebbe fare di questa sua passione un lavoro.

commissioni,clienti, scadenze… amare il processo o il risultato?

Un conto è disegnare cosa piace, nel modo e nei tempi che più aggradano. Un altro è accontentare un cliente e lavorare su soggetti commissionati e non scelti. O dover consegnare delle tavole entro una data di scadenza, lavorare 8 ore al giorno tutti i giorni, etc… Condizioni che potrebbero far perdere il piacere originario intrinseco nell’attività di disegnare o dipingere.

In questo caso si lavora con delle costrizioni e per ottenere una retribuzione: disegnare non è più solo un piacere, ma diventa un lavoro.

Il che per alcuni può essere il migliore dei lavori possibili, o anche una sfida interessante per accontentare i clienti, per vederli soddisfatti etc.

Mentre per altri può essere limitante e far pesare ciò che prima era un momento di gioia e spensieratezza. Credo dipenda dalla personalità di ognuno e che qui si trovi la distinzione tra chi ama fare una cosa per hobby e chi per lavoro.

Una soluzione potrebbe essere dedicarsi all’attività artistica senza farne una fonte di reddito, o almeno non l’unica o la principale.

Per esempio, realizzando illustrazioni e dipinti per piacere personale ed eventualmente, nel caso le opere prodotte incontrino il gusto di qualcuno, decidere di venderle.

Ovvero, continuare a disegnare o a dipingere per se stessi, senza lo scopo di vendere, anche se penso sia difficile non farsi condizionare dal giudizio degli altri (che siano amici, follower, acquirenti, etc.) o dal risultato che si ottiene.

Concentrati sulle tue azioni, non sui loro frutti. Il frutto delle tue azioni non sia mai il tuo movente e non lo sia nemmeno il tuo attaccamento all’inazione“. Baghavad Gita (II, 47)

E’ fuori luogo citare la Bhagavad Gita? Forse. Il punto, secondo me, è che amare il processo è preferibile ad ambire ad un risultato. Fare per il piacere di fare non è la stessa cosa che fare per uno scopo.

D’altro canto, se il proprio gusto, livello e stile personale, non incontrano quelli del pubblico ci sono due possibilità. Provare ad accontentare il gusto di possibili acquirenti, oppure restare fedeli a se stessi, ma non vendere nulla.

Situazione accaduta perfino a pittori ora molto noti ed apprezzati, ma che in vita non lo furono affatto. Mi vengono in mente i casi di Vincent Van Gogh, di Paul Cézanne o di Henri Rousseau.

Van Gogh realizzò oltre 800 dipinti, ma ne vendette soltanto uno (“La vigna rossa“).

Cézanne fu fortemente denigrato per il suo stile grezzo e soltanto una sua opera venne accettata al “Salon” del Louvre.

Rousseu fu aspramente ridicolizzato per lo stile fiabesco e naif dei suoi dipinti.

Tutti e tre rimasero, ciononostante, fedeli a se stessi ed al proprio modo di fare arte.

Per approfondire

Lo studio di Lepper: https://psycnet.apa.org/record/1975-21035-001

La biografia di Paul Cèzanne: https://expoitalyart.it/paul-cezanne-biografia-stile-tecnica/

La biografia di Vincent Van Gogh: https://dueminutidiarte.com/2015/03/07/van-gogh-vita-e-opere-riassunto/

La biografia di Henri Rousseau: https://dueminutidiarte.com/2015/07/26/henri-rousseau-biografia-breve/